Agevolazioni e sgravi contributivi per assunzioni: una riflessione

Una riflessione su incentivi e sgravi va sicuramente fatta ed in particolar modo bisogna mettere la lente sulle nuovi assunzioni

Agevolazioni e sgravi contributivi per assunzioni ormai da tanti anni si succedono senza sosta  fino ad arrivare all’ultima Legge di Stabilità per l’anno 2019.

Si succedono normative che erogano incentivi per le nuove assunzioni, incentivi molto spesso che si accavallano tra loro ma che hanno anche rischi di recuperi ad anni di distanza: a titolo meramente esemplificativo: possesso del Durc, diritti di precedenza, rispetto del de minimis e quant’altro.

Difficilmente si è tenuto conto dei numeri reali dei benefici che ne sono susseguiti, anzi il più delle volte si sono usati usato alcuni di questi dati in modo distorto, scientemente distorto.

Poiché l’unica certezza per l’aumento dell’occupazione ma direi ancor di più per evitare licenziamenti per motivi oggettivi è la crescita economica, in tal senso mi sento di dare dei suggerimenti dal mio piccolo punto di vista.

Togliamo tutti gli incentivi sul lavoro, ma proprio tutti. Non servono a nulla e non creano occupazione ma anzi vengono usati spesso da aziende che vivono solo per quello e poi magari chiudono e finendo per non premiare le aziende regolari che faticano a tenere in piedi gli organici.

Lasciamo solo il contratto di Apprendistato nei sui tre livelli e l’apprendistato over 29 di riqualificazione che permette a coloro che hanno perso il lavoro di riqualificarsi.

Diminuiamo con il risparmio derivante dalla scomparsa degli incentivi il costo del lavoro generalizzato, il cd. Cuneo fiscale.